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al testo di Carla Vercelli
In sanscrito
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Oggi i cirri si inseguono in sanscrito paiono usciti dalla scrittura di un tibetano mancino la cui mano del cuore rivela le sorprese della pianura-
quando il vento fa le bizze nella sterpaglia invernale e i pioppi sono intenti fianco a fianco a raccontarsi i segreti il Rosa appare all’orizzonte come un ottomila himalayano.
Non amerei una pianura senza questo sfondo di cartongesso che fa spaziare la vista da ovest ad est dal Monviso all’Ortles nel terso azzurro sopra il verdastro e il glauco della zona prealpina-
sarebbe amorfa la mia vita senza barriere da oltrepassare, senza vette a cui ascendere diverrebbe inutile, un Mandala che ha in sé solo la caducità delle cose
e non anche il loro perpetuo rinnovarsi, creativo- Incomprensibile.
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Salvatore Pizzo
- 17/01/2023 01:32:00
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Ha quanto sono ariosi questi tuoi versi! Mi valgono bene una passeggiata in montagna: col sorriso aperto su un mondo incomprensibile, ma di suggestiva, inimitabile bellezza. Incomprensibile perché non si può comprendere in corpi tanto minuscoli, pure se dotati di sconfinata fantasia. Grazie con un caro saluto.
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